Delusi, soli, abbandonati, sfiduciati. Sono gli imprenditori e gli abitanti della provincia di Vicenza. La sensazione è che il circuito virtuoso tra lavoro, impresa e società che ha spinto lo sviluppo del Nord Est per alcuni decenni ora «si sia interrotto». Il rischio, afferma l’analisi che accompagna il decimo rapporto sulla società vicentina realizzato da Demos & Pi e diretto da Ilvo Diamanti per l’Associazione industriali della provincia, è che l’inversione di rotta, avvenuta in pochi anni, «rischia di contrastare la tendenza espansiva durata per almeno un ventennio». Se nel recente passato la società e l’impresa vicentine avevano compiuto una sorta di “marcia su Roma”, acquisendo potere e visibilità prima economica e poi politica, «oggi emerge una spinta di segno diverso, quasi opposto» che le porta di nuovo «alla periferia del sistema». Il timore è di «aver perso la spinta propulsiva che ha garantito crescita e benessere» nel dopoguerra e soprattutto dagli anni settanta in avanti. Alla percezione di una centralità economica della provincia vicentina, nelle risposte degli intervistati fa da contraltare la convinzione di essere sempre più periferici dal punto di vista politico. La previsione è che nei prossimi anni questo squilibrio possa livellarsi verso il basso, «nel senso che la debolezza politica della realtà locale si rifletterà anche sul piano economico». Il dato più significativo in questo senso è sicuramente il vero e proprio crollo della fiducia nel Governo che nella seconda metà di giugno (periodo in cui è stata effettuata l’indagine) è scesa addirittura sotto il 10%, meno della metà rispetto ad un anno fa.
Scarica i risultati completi dell'indagine che lunedì 4 luglio verrà presentata nel corso dell'assemblea della associazione degli industriali vicentini.
L'articolo integrale che spiega i motivi della delusione è sul Sole 24 Ore di domenica 3 luglio.