Le liberalizzazioni si faranno, ma non riguarderanno gli ordini professionali. E' quanto stabilisce l'emendamento sulle liberalizzazioni a firma di Gilberto Pichetto Fratin (Pdl), il relatore della manovra in commissione Bilancio del Senato. In base alla proposta di modifica, non si toccano "le categorie riconosciute dall'articolo 33, quinto comma, della Costituzione" (gli ordini professionali) ma per stimolare la crescita "il Governo formulerà alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche". Dopo di che, trascorso il termine di 8 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto "ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero".
Il primo firmatario della lettera di 22 parlamentari del Pdl che hanno chiesto di eliminare l'abolizione degli ordini è Luigi D'Ambrosio Lettieri. Tra gli altri, ha firmato anche Fabio Rampelli. Il presidente del Senato, Schifani, "ha mediato" per trovare una soluzione. Anche Antonino Caruso, senatore Pdl e avvocato, è tra i sostenitori, così come Maurizio Gasparri che ha negato che la questione costituisca un problema.
Ma su una manovra che può, almeno per ora, contare sul voto delle opposizioni, possono 22 parlamentari imporre interessi così di parte?