Le “barricate” di avvocati e notai di cui è pieno il Parlamento

«Purtroppo abbiamo un Parlamento pieno di avvocati e notai e questi signori cosa hanno detto? Noi non vi votiamo la manovra, questo è successo». E' il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che parla con rammarico della mancata introduzione nella manovra economica di provvedimenti di liberalizzazione, in particolare per quello sugli ordini professionali. Un argomento che ha interessato molti lettori di questo blog, come dimostrano i commenti ai due post precedenti.

E' una delle conseguenze della attuale legge elettorale che non permette agli elettori di punire i parlamentari che rispondono alle logiche delle caste e non all'interesse generale, il bene comune. (a dire il vero, questa volta è stato tutto un partito che ha condiviso e fatta propria la logica della casta, anche se non si sono viste levate di scudi da parte dei parlamentari degli altri partiti, a parte qualche esponente del Pd).

«Speravo che in un momento così difficile – è di nuovo Emma Marcegaglia che parla – tutti dimostrassero un senso del bene comune, avendo a cuore l'interesse generale, ma questo non sta succedendo: pagano i soliti noti, gli altri stanno protetti, non ne vogliono sapere di cambiare. In un momento difficile come questo bisogna fare un passo avanti in tema di liberalizzazioni, sono quelle riforme strutturali che non costano niente in termini di bilancio dello Stato, ma possono dare stimolo alla crescita, possono ridurre tariffe su cittadini e imprese, dare spazio a nuovi imprenditori in questi settori oggi protetti. Tutte le ricerche del mondo, dal Fondo Monetario alla Banca d'Italia, dimostrano – ha detto il presidente degli industriali – che se in Italia ci fossero più liberalizzazioni in alcuni settori il nostro tasso di crescita potrebbe aumentare. In mezzo alle turbolenze finanziarie c'è stata una prima decisione annunciata ieri all'assemblea dell'Abi dal ministro Tremonti di reintrodurre nella manovra liberalizzazioni, soprattutto per quanto riguarda le professioni, ma si è andati in commissione e si sono alzate le barricate".

  • marco |

    credo che la cosa migliore per sfondare il sistema italiano sia senza dubbio la Spagna: sistema agile, pulito, trasparente e liberalizzato, cose che in Italia spesso mancano. Ragazzi, è ora di emanciparsi, guardare all’Europa: Dottorati, titoli di avvocato e commercialista etc. una menzione speciale all’ente http://www.italoabogados.com . Non voglio fargli pubblicità, solo dirvi a chi mi sono affidato e mi ha aiutato a centrare il risultato.

  • Annamaria |

    Sono completamente d’accordo con Mario e Roberto. Sostenere che gli avvocati siano una casta è ridicolo, nella mia città ci sono più avvocati che negozianti e la liberalizzazione completa della professione porterà danni incalcolabili alla collettività. A proposito del milione di parole che infastidisce il lettore Marco: chi ha molti argomenti e chi conosce la materia (Mario) scrive molto, chi ha pochi argomenti scrive poco, in maniera ripetitiva e servendosi di facili slogan e di insulti gratuiti.Esempio di facile ritornello? Definire una categoria professionale lobby o casta senza approfondire, senza spiegarne la specificità…. ieri su Piazza Pulita un sms inviato alla redazione ha definito casta i lavoratori “tutelati” dall’articolo 18. Per non parlare della casta degli edicolanti e dei tassisti…. Stiamo diventando un paese in cui nessuno rispetta il lavoro degli altri, il passatempo preferito degli italiani è diventato ormai negare professionalità utilità e dignità a tutte le professioni esclusa la propria. Quanto all’occupazione giovanile, coloro che propongono le liberalizzazioni come incentivo per essa sono le stesse persone che hanno trasformato i giovani in lavoratori precari senza futuro, diritti e speranza.

  • Roberto |

    Per superare l’esame di stato ho studiato anni come un forsennato, al limite dell’esaurimento nervoso. Ho superato la dura prova al terzo tentativo, una volta raggiunto il top della preparazione e non sono figlio d’arte, come non lo era la stragrande maggioranza dei vincitori del mio concorso. E mi è servito, eccome, a migliorare la qualità delle mie prestazioni professionali: e ancora oggi ne traggo i benefici, dopo oltre 20 anni di attività.
    Perciò mi sembra giusto che tutti partano dagli stessi blocchi di partenza, per equità e par condicio. Se proprio si vuole eliminare qualcosa, si cominci con la mediocrità, non con il merito: a vantaggio della collettività.

  • valentina |

    all’esame di stato si procede per estrazione a sorte e non per correzioni,egregio sig. Mario e la prova sono i compiti, ritirati in copia dagli esaminandi.e senza lo straccio di una correzione.Si abilita a caso…..questa satrebbe la garanzia di professionisti preparati?

  • marco |

    Do pienamente ragione al Dott. Chiellino,non serve a nulla l’esame di stato, se un avvocato e’ bravo non sulla carta ma nella pratica non interessa a nessuno se lo stesso ha preso l’esame di stato, cio’ interessa solamente a persone come Mario,che hanno paura di perdere soldi da ragazzi piu’ preparati di lui e che purtroppo oggi questi ragazzi sono costretti ad asservirsi a persone come Mario per lavorare senza percepire un euro, promettendogli in un futuro molto lontano uno straccio di stipendio a nero “”soprattutto””.
    W lo stato libero,democratico e laico cio’ che non sara’ mai l’Italia, paese frustrato di persone frustrate come Mario.
    Ps. non serve scrivere milioni di parole ma basta scrivere poche parole con il senso giusto.

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