Da stasera Elio Catania e' fuori dall'ATM. Dopo l'assemblea che ha nominato il nuovo cda designato una settimana fa dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, il consiglio si e' riunito per attribuire le deleghe. Alla luce delle condizioni contrattuali con cui Catania si era nominato -con la precedente amministrazione - anche direttore generale dell'azienda di trasporti milanese, il consiglio ha preso atto della decadenza di Catania dall'incarico di direttore generale e l'ha ratificata con una lettera all'interessato. Il contratto prevedeva, infatti, che Catania avrebbe mantenuto il ruolo di dg sino alla decadenza dai suoi incarichi in consiglio di amministrazione.
Dopo la riunione del cda, Rota e Catania hanno avuto un lungo colloquio, non facile. Perche' l'ex manager Ibm e Ferrovie dello Stato era convinto di poter restare in azienda. Ma come era prevedibile, la soluzione del nodo-Catania e' stata la prima decisione del nuovo consiglio.
Nei giorni scorsi era circolata l'ipotesi di una trattativa con il Comune per la modifica dello statuto con l'adozione di un modello di governance duale. Ma la trattativa, se mai e' iniziata, si e' bloccata subito. Quelle che Catania riteneva fossero frecce al proprio arco per costringere il Comune a tenerlo in azienda, alla prova dei fatti si sono trasformate in un boomerang: il contratto da dg di Catania, concesso da un cda presieduto dallo stesso Catania (che era anche amministratore delegato) , presumibilmente con l'obiettivo di aggirare i limiti sui compensi dei manager pubblici, rischiava, come ha spiegato Sara Monaci sul Sole Lombardia del 12 ottobre, di diventare oggetto di un contenzioso molto pericoloso. Non solo per Catania.
Vicenda chiusa, dunque? Parrebbe di si, a meno di qualche indesiderato colpo di coda. Resta solo da chiarire se e quanti soldi Catania e' riuscito ad ottenere per chiudere il rapporto senza strascici. Dopo tre mesi di tensione, ora in Atm puo' tornare il sereno, nell'interesse – e' l'auspicio – di tutti i milanesi.