La questione dell'<<esenzione della Chiesa cattolica dal pagamento dell'Ici>> si presta a molte strumentalizzazioni e a prese di posizione ideologiche che spesso scadono nei luoghi comuni. Per capire meglio come stanno le cose, è bene tentare di liberarsi dai pregiudizi e fare un po' di chiarezza. Un documento molto utile è la lettera che la Commissione europea ha inviato a ottobre 2010 al Governo italiano per notificare l'avvio di una procedura per accertare se l'esenzione sia o non un aiuto di Stato compatibile con le norme comunitarie. A prescindere da questa compatibilità (di cui parleremo dopo) la ricostruzione tecnica serve a chiarire molte cose.
Chi e perché non deve pagare l'Ici. L'esenzione nasce con l'Ici, nel '92 quando con il decreto legislativo 504 del 30 dicembre il Governo Amato esenta dal pagamento dell'imposta <<per gli immobili utilizzati da enti non commerciali e destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive, nonché di attività di religione e di culto>> (articolo 7,
La vicenda sembrava archiviata dalla precedente Commissione Barroso che rischiava però una condanna dalla Corte di Giustizia. Il dossier è stato dunque riaperto nel corso del 2010 con la lettera richiamata all'inizio. Lettera che lascia aperti alcuni spiragli.
Ai punti 68, 69 e 70 della lettera inviata più di un anno fa al Governo, si lascia aperta la possibilità che l'Italia dimostri la compatibilità dell'esenzione con gli articoli 106 e 107 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Il governo precedente avrebbe dovuto rispondere da tempo, ma non risulta che a Bruxelles sia arrivato alcunchè. Ora però la questione, intrecciatasi con la manovra del Governo Monti che, tra l'altro, ripristina l'Ici sulle prime case, è arrivata ad un punto di svolta.
La posizione della Chiesa. Le gerarchie hanno lasciato passare più di qualche giorno, nonostante siano state sollecitate, prima di prendere una posizione che non poteva essere diversa da quella espressa venerdì dal cardinal Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. «Se ci sono punti della legge da rivedere o da discutere, non ci sono pregiudiziali da parte nostra» ha detto il cardinale. Meno disponibile è apparso il portavoce del Forum del Terzo settore, Andrea Olivero nei giorni scorsi, quando il tema non era ancora balzato all'attenzione dell'opinione pubblica: <<Non è un privilegio. Bisognerebbe applicare in modo rigoroso la legge che c'è, magari correggendo le imprecisioni e le indeterminatezze sui beni promiscui, eliminando le zone d'ombra>>. Olivero parla a nome di una platea molto ampia di soggetti, di area cattolica ma non solo.
Cosa può fare il Governo. Questi i termini della questione. Il problema ora deve essere affrontato dal Governo Monti su due piani: quello europeo perché alcuni immobili esentati potrebbero rientrare nelle "compatibilità" previste dal Trattato Ue, ma bisogna eleminare le "zone d'ombra" per evitare procedure d'infrazione
; e quello interno, valutando se il Paese può ancora permettersi questa esenzione (che vale non più di qualche centinaio di milioni, anche se non ci sono stime ufficiali). Senza dimenticare, però, che molte attività svolte da soggetti esentati dall'Ici hanno una rilevanza non solo sociale ma anche economica per la collettività che poi dovrebbe farsi carico, della chiusura di una scuola materna, di un pensionato universitario o di una attività sportiva di periferia. Questo non vale – già oggi dovrebbe essere così – per la casa-vacanze della parrocchia milanese in Valtellina o sulla Riviera ligure gestita come un albergo.
A questo punto il dilemma del Governo è questo: chiudere in un colpo solo le polemiche interne e il contenzioso con Bruxelles ed eliminare l’esenzione ma correndo il rischio che alcune attività di interesse sociale siano costrette a chiudere, o ingaggiare una lunga e impopolare difesa di una misura che, se mantenuta, dovrà di sicuro essere messa a punto per azzerare le possibilità di elusione.
Suggerisco di leggere:
questo articolo di Patrizia Clementi, esperta fiscalista della Diocesi di Milano
quest’altro del radicale Mario Staderini sul Fatto quotidiano
i post sul Blog di Sandro Magister che tra l'altro hanno il merito di sfatare molti luoghi comuni.
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