Con una decisione assunta nella prima seduta della nuova commissione il 5 novembre scorso, il presidente Jean Claude Juncker ha svuotato parte delle competenze del commissario agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici per affidarle in parte alla commissaria belga Marianne Thyssen responsabile di Occupazione e affari sociali, e soprattutto all’inglese Jonathan Hill, commissario alla Stabilità finanziaria, ai servizi finanziari e all’unione dei mercati dei capitali. Dunque, un socialista che perde (molto) potere e una popolare e un conservatore che lo guadagnano. La decisione, passata inosservata anche a causa del deflagrare dello scandalo Lux-leaks (gli sconti fiscali concessi dal Granducato del Lussemburgo ad alcune centinaia di società proprio negli anni in cui Juncker era a capo del governo) trapela dal verbale della prima riunione del nuovo esecutivo europeo, quella del 5 novembre scorso, pubblicato due giorni fa. Tra numerose altre decisioni di riorganizzazione dei servizi della Commissione, ce ne sono due che riguardano la Dg Affari economici e finanziari (Ecfin) alla quale viene sottratta non solo l’unità Riforme del mercato del lavoro (che passa alla Dg Occupazione) ma anche e soprattutto l’unità Stabilità finanziaria e affari monetari per l’unità Mercati finanziari e infrastrutture, e parte dell’unità Istituzioni finanziarie e meccanismi di stabilità, competenti per l’integrazione finanziaria e le politiche regolatorie che vengono trasferite alla Dg Stabilità finanziaria, servizi finanziari e unione dei mercati dei capitali, sotto la responsabilità del commissario inglese Hill. Il nuovo assetto organizzativo sarà operativo dal primo gennaio 2015 rappresenta comunque una conseguenza logica del riordino dei portafogli dei commissari con la presidenza Juncker. Restano sotto la Dg Ecfin e dunque risponde a Moscovici l’unità Politiche monetarie, politiche dei cami dell’area euro e la parte rimanente della unità Istituzioni finanziarie e meccanismi di stabilità.
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