Magro bottino per l’Italia nella Commissione Juncker. Germania über alles

Davvero un magro bottino per gli italiani nella nuova Commissione europea che si è insediata oggi. Dopo la delusione di un solo capo di gabinetto, Stefano Manservisi che guida il team di Federica Mogherini, contro i 4 della Germania o i 3 del Regno Unito, con la nomina dei vice arriva la conferma dello scarso peso che il paese riesce ad esprimere nelle istituzioni comunitarie. L’Italia ne ha ottenuti tre: Elisabetta Siracusa vice-capo  di gabinetto del commissario irlandese Phil Hogan (Agricoltura); Giulia Del Brenna, vice nel gabinetto del portoghese Carlo Moedas (Ricerca, scienze e innovazione); Ruth Paserman che sarà numero due nel gabinetto della commissaria belga Marianne Thyssen, (Occupazione, affari sociali e mobilità del lavoro). Forse ci sarà un altro italiano, tra i vice, con il vicepresidente Valdis Dombrovskis, lituano, che nella nuova struttura dell’esecutivo europeo avrà il compito di coordinare un gruppo di commissari con l’obiettivo di rendere “più profonda e più equa” l’Unione monetaria. Ma ancora non se ne ha certezza.

Tutto qui, nonostante quel 40,8% di consensi alle europee che il premier Matteo Renzi ha più volte messo sul tavolo ma evidentemente senza riuscire a farlo pesare abbastanza nelle trattative. Giusto per fare un confronto: i vice tedeschi sono ben 6, quelli francesi 4, gli inglesi 3 e gli spagnoli due.

Il motivo? Non c’è un sistema-paese che si muove a Bruxelles, come invece accade per gli altri stati membri. Si è andati in ordine sparso anche in questa occasione: Roma aveva i suoi candidati, Gianni Pittella (vicepresidente del Parlamento) aveva (inspiegabilmente) i suoi, la rappresentanza forse ne aveva altri ancora o comunque nel caos non è riuscita a fare sintesi. Sarà dura, per la Mogherini e per Manservisi, riuscire a difendere, quando sarà necessario, gli interessi italiani.