Sessanta milioni di euro in cambio della rinuncia alla causa civile nata dall’impugnazione dei testamento: accordo fatto sull’eredità Faac tra la Curia di Bologna e i parenti del defunto patron dell’azienda Michelangelo Manini. La firma davanti al notaio ha messo la parola fine a una vicenda diventata un caso: Manini, scomparso prematuramente due anni fa, aveva lasciato nelle mani della Chiesa di Bologna tutti i suoi beni, compreso il 66% delle quote della multinazionale che produce cancelli automatizzati a Zola Pedrosa, un’impresa stimata alla sua morte 1,7 miliardi di euro. I parenti dell’imprenditore si erano però opposti al lascito, causando il sequestro dei beni, quote societarie comprese, e il loro affidamento a un custode in attesa della soluzione della controversia.
Ma le sorprese non sono finite: dalle prime conclusioni della perizia grafologica sui testamenti, disposta dal tribunale emerge che i testamenti a favore della curia sono ritenuti autentici nei testi e nelle firme, mentre quello di Corneti è falso nel testo mentre è vero solo nella firma, apposta in calce a un modulo medico di consenso informato. Corneti era il dentista di Michelangelo Manini. Vatti a fidare….