I mutui sono ripartiti: +17% nei primi 4 mesi secondo la Banca d’Italia

Per la Banca d’Italia +17%. Per l’Abi è +26%. Una cosa è certa: il mercato dei mutui immobiliari è ripartito ad un buon ritmo, anche se resta sempre molto distante dai livelli record registrati nel 2011. Vediamo nel dettaglio i dati, anche per capire le differenze. Secondo l’ultimo aggiornamento della Banca d’Italia, ad aprile le banche hanno erogato nuovi mutui per poco più di 2 miliardi di euro che, aggiunti a quelli dei tre mesi precedenti, portano il totale dei nuovi mutui nei primi quattro mesi dell’anno a 7,4 miliardi di euro: il 17% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di un’accelerazione anche rispetto al dato dei primi tre mesi, calcolato sempre dalla Banca d’Italia sull’intero sistema bancario, che era stato pari al +9,3 per cento. 

Per l’Abi – si è detto – l’incremento è ancora più pronunciato: +26% nei primi quattro mesi. La differenza, che c’era anche nei mesi scorsi, dipende dal fatto che l’Abi si limita a considerare solo 83 banche del campione mentre la Banca d’Italia estende i dati del suo campione all’intero sistema bancario, assumendo però che gli istituti non compresi nel campione – i più piccoli – abbiano una dinamica più contenuta. In un caso e nell’altro, comunque, l’incremento è a doppia cifra e conferma il punto di svolta del mercato dei mutui immobiliari.
Tornando ai dati della Banca d’Italia e confrontando l’importo complessivo dei nuovi mutui aprile 2014 su aprile 2013, l’incremento è stato addirittura del 36 per cento.
Il segnale, indubbiamente positivo non solo per il mercato immobiliare, non deve tuttavia trarre in inganno. Il mercato, infatti, è ancora molto lontano dal picco toccato nel 2011: nonostante il recente recupero, infatti, le erogazioni totali restano ancora sotto di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo di tre anni fa.
La ripresa dei mutui si accompagna con il calo generalizzato delle quotazioni delle case, dovuto anche ad una buona quantità di invenduto in molte città. Ma a spingere la domanda c’è anche il calo dei tassi d’interesse. Sempre secondo Bankitalia, ad aprile il tasso medio delle nuove erogazioni è sceso al 3,09%, oltre 40 centesimi in meno rispetto a dodici mesi prima. E non c’è bisogno di consultare oracoli per dire che la tendenza è destinata a consolidarsi man mano che gli effetti dell’allentamento attuato della Bce sul costo del denaro si faranno sentire su tutta la filiera. Già oggi l’Euribor, a cui sono legati i mutui variabili, praticamente la quasi totalità di quelli stipulati in questo periodo, è più che dimezzato rispetto ai valori di inizio maggio.

Le banche già da un paio di mesi, hanno colto il cambiamento di clima e hanno invaso il mercato con numerose offerte commerciali apparentemente allettanti. Va anche detto che hanno cambiato strategia e le offerte migliori sono in un certo senso specchietti per le allodole perché sono quasi sempre riservate a chi riesce ad autofinanziare tra il 40 e il 50% del costo dell’abitazione. Se le necessità di finanziamento, come si verifica nella maggior parte dei casi, sono maggiori, è maggiore anche lo spread che gli istituti di credito chiedono per concedere il mutuo. Per saperne di più.