Cogliere i segnali positivi in economia vuol dire amplificarli, perciò – insieme alla rilevazione Istat sul clima di fiducia delle imprese – oggi vale la pena di segnalare anche l'Economic sentiment indicator (Esi) elaborato dalla Commissione europea, che a febbraio in Italia ha toccato il livello più alto da giugno 2011, mettendo a segno un balzo di 2,4 punti, il più significativo tra le grandi economie non solo della zona euro ma dell'intera Unione.
L'indice ha raggiunto quota 99, avvicinandosi alla media dell'eurozona (101,2) che è rimasta sostanzialmente ferma. In Germania l'Esi è salito a 107,1 (+0,4), in Spagna è rimasto stabile a 100,3 e in Francia è sceso a 96,1.
Per l'Italia, i segnali più incoraggianti arrivano dal settore servizi e dal commercio al dettaglio il cui indice è migliorato di 3 punti in entrambi i casi. Bene anche l'industria (+1,8) e le costruzioni (+1,1 anche se l'indice di settore resta ancora ampiamente negativo).
Non si può certo parlare di effetto-Renzi sulla fiducia nell'economia, ma di sicuro questi indicatori sono un buon viatico per il presidente del Consiglio.