Quando anche la Chiesa non ne può più

Non c'è retorica nella lettera accorata che l'Azione Cattolica della Calabria ha inviato al presidente della Repubblica, Napolitano, e al premier Letta. Ma solo la "sofferenza" di una regione intera che vede i propri territori disgregarsi sotto i colpi della 'ndrangheta, della disoccupazione e dell'indifferenza – quando non il disprezzo – di una politica nazionale preoccupata solo di "paracadutare i propri leader" in chiusura di campagna elettorale. Politica spesso incapace di utilizzare bene le risorse europee (molte) e nazionali (poche), disperse tra clientelismi e beghe incomprensibili, come quella che ha  portato – due anni fa – alla chiusura della sede a Bruxelles per la quale però si continua a pagare un affitto mensile di 18 mila euro. 

L'ultimo episodio, la rinuncia e la denuncia del sindaco di Benestare, nella Locride, passato quasi sotto silenzio tra la crisi di governo e la tragedia di Lampedusa  (ma forse anche per assuefazione) ha spinto i cristiani a fare autocritica e a farsi sentire, forse a "immischiarsi in politica" per "amare e servire con umiltà" le proprie comunità, sulla scia dell'esortazione di papa Francesco.