Una delle richieste della Commissione Ue per il via libera al piano industriale del Monte dei Paschi di Siena è l’applicazione delle regole sugli aiuti di Stato per i salvataggi bancari, in vigore dal primo agosto. Il punto 38 prevede limiti precisi alle retribuzioni "complessive dei singoli che nopn deve essere superiore a 15 volte il salario medio nazionale dello stato membro in cui è costituita la banca beneficiaria oppure 10 volte il salario medio dei dipendenti della banca" in questione. Questa seconda opzione è più favorevole per l’a.d. Fabrizio Viola, a cui dunque, sulla base della retribuzione media dei dipendenti Mps indicata nell'ultima Relazione sulla remunerazione (poco meno di 46.400 euro), spetterebbero 464mila euro: meno di un terzo rispetto agli 1,595 milioni complessivi che percepisce oggi (1,403 milioni di retribuzione fissa a cui si aggiungo altri 192mila euro per gettoni di presenza ai comitati, benefici non monetari e altri compensi). Una sforbiciata pesante, non c'è dubbio. Ma nella famosa lettera di metà luglio in cui il commissario Joaquìn Almunia poneva al Tesoro le condizioni per il via libera al piano Mps, era scritto esplicitamente che "i livelli di remunerazione proposti sono ben al di sopra di quanto è stato accettato dalla Commissione in casi analoghi".
Il Tesoro, che gestisce la trattativa con il commissario Almunia, teme che l'abbattimento dello stipendio di Viola chiesto dalla Ue possa portare ad un contenzioso con l'a.d. e la questione è stata oggetto di un duro confronto tra Roma e Bruxelles.
Sarebbe un vero peccato però, visti i tempi, se sulla questione dello stipendio di Viola si incagliasse il via libera di Bruxelles all'aiuto pubblico concesso alla banca con i Monti bond.
Per la cronaca, il compenso del presidente della banca, Alessandro Profumo, è di poco inferiore a 62mila euro all'anno. Ma il bel gesto dell'ex a.d. di Unicredit è ampiamente "coperto" dall'assegno milionario(circa 40 milioni di euro) che ha incassato quando ha lasciato la banca milanese.