Burocrazia ottusa: il gusto sadico di vessare imprese e cittadini sprecando soldi pubblici

Ancora una volta ho avuto una prova di quanto la burocrazia possa essere ottusa e sprecona. Con tanto di lettera, ringraziamenti per la collaborazione e distinti saluti dal dirigente in questione. Ecco i fatti.

A novembre del 2010 ho rottamato la mia cara vecchia auto, regalo di laurea (era proprio vecchia, diciamo più che maggiorenne). Pagata regolarmente la tassa per la rottamazione e ritirato a mie spese il nuovo certificato di proprietà (rilasciato dal Pra) che attestava la “cessazione della circolazione”, pensavo di aver archiviato per sempre un pezzo della mia vita, non solo di automobilista. E invece mi sbagliavo.

A fine giugno di quest’anno (quasi trenta mesi dopo) mi arriva una raccomandata della Regione Lombardia – l’efficiente e solerte Regione Lombardia – che in un ”questionario informativo” mi chiede conto della tassa automobilistica non pagata per il 2011. Non sono molto ordinato nell’archiviare i documenti, soprattutto quelli “una tantum” e di cui dovrebbe esistere una registrazione negli archivi ufficiali come quelli dell’Aci e del Pra. La prima reazione quindi è di panico: dove avrò ficcato quel foglio di carta? Dove posso recuperarne una copia? Dopo una giornata di angoscia e di discussioni con mia moglie, lo trovo e rispondo – sollevato e quasi orgoglioso – barrando la casella D per il veicolo demolito (ci sono altre 6 opzioni) e allegando il “certificato di rottamazione”.

Mi compiaccio dell’efficienza della macchina burocratica regionale che, oltre al fax e agli sportelli regionali e dell’Aci, mi dà la possibilità di sbrigare tutto via mail dopo aver scannerizzato i documenti. Finita lì? Affatto!

Ieri mi arriva un’altra lettera della Regione – Direzione centrale programmazione integrata e finanza Struttura fiscalità e tutela delle entrate regionali – che recita così:

 

"Oggetto: tassa automobilistica – regolarizzazione posizione n. … anno …

A seguito della documentazione prodotta e delle verifiche effettuate sui nostri archivi e sui pagamenti pervenuti, abbiamo provveduto a REGOLARIZZARE la posizione del veicolo targato … in relazione all’anno d’imposta 2011”. Seguono i ringraziamenti e i saluti di rito.

Inizialmente sollevato per la regolarizzazione (quando arriva una lettera di un ente pubblico puoi aspettarti di tutto) vengo preso da un moto di rabbia e disgusto, condito da una sensazione di impotenza: brutti stronzi – penso – avevate tutti i dati, gli archivi, i pagamenti … e mi avete chiesto comunque la prova che fossi in regola! Allora due sono i casi: o avete provato a fregarmi e a farmi pagare chissà quali sanzioni se non fossi stato in grado di trovare il fatidico foglio di carta, oppure siete talmente ottusi e incapaci da fare le verifiche solo dopo aver inviato la prima raccomandata, avermi fatto andare nel panico, avermi costretto a perdere un sacco di tempo tra ricerca del documento, scanner e mail, aver controllato la mia documentazione… . Bastava una ricerca automatica e invece sono state necessarie tre lettere – inutili – quando tutto era già lì, a vostra disposizione. Allora a cosa servono gli archivi? Quanto tempo e quante risorse sprecate, soprattutto quelle regionali (che poi sono anche le mie e le nostre) . Non potevate fare prima tutti i vostri controlli? Avreste risparmiato tempo e soldi. Voi ed io. E tutti quelli a cui l’avete inviata pur essendo in regola. A me è capitato una volta; ma penso alle imprese, alle piccole imprese, che spesso sono costrette ad avere personale dedicato a sbrogliare, archiviare, rispondere, reclamare… in un avvitamento che che definire borbonico suona come offesa pesante, per l'apparato borbonico.

Ma questo è semplice buon senso e la burocrazia è tutto tranne che buon senso, anche nella laboriosa ed efficiente Lombardia. Prima di stracciare tutto mi viene un dubbio e guardo il timbro sulla busta dell’ultima lettera: è di una ditta privata. Non si può essere così ottusi, mi dico: qualcuno c’è che ci guadagna! Ma così il paese s’imballa e prima o poi farà la fine della mia vecchia automobile.


  • Pietro paolo |

    L’ufficio che ha inviato la lettera esiste ed ha un responsabile e sopra di lui ci sara un altro responsabile. Qualcuno deve verificare le procedure e processi di lavoro altrimenti va rimosso.
    Dimenticavo che nella PA non si puo licenziare nessuno e la magistratura non si occupa di queste facezie, non ti fanno fare carriera

  • Paoblog |

    Non odiatemi, se scrivo troppo, ma vorrei chiarire meglio un concetto.
    *
    Per contrastare i furbetti, servono le regole. Troppe violazioni ed ecco che le regole aumentano e più aumentano più diventano farraginose, ma sarebbero sempre gestibili con il buonsenso.
    °
    Scriveva l’amico Francesco: ““Si trattano le regole come fossero sempre delle punizioni messe lì a creare problemi o limitare la libertà personale. Non nego che qualche volta ciò accada, ma è ancor più vero che, diversamente, le regole, unite al buon senso, ci permettono di difendere i nostri diritti e la nostra vita.”
    * Sul dizionario, alla voce Burocrazia si legge: “apparato amministravo pubblico” e se l’attuale accezione del termine è principalmente negativa, non perchè la burocrazia sia negativa, ma perchè usata male.
    °
    Il problema quindi torna alle persone, anche se poi esistono persone di buonsenso e professionali negli apparati statali e sono quelle che fanno la differenza. Vedi: http://paoblog.net/2013/04/15/ecco-un-esempio-pratico-del-fatto-che-lo-stato-siamo-noi/

  • Paoblog |

    @Maria: il problema non è la burocrazia in sè oppure le regole ed i furbetti che non le rispettano. Tutto nasce dalla cattiva applicazione della burocrazia, in maniera dolosa nei confronti del cittadino.
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    Ci sono regole, certo, ma esiste anche la buonafede oppure l’errore causato da terzi. E nel momento in cui nonostante l’evidenza dei fatti prima (e due sentenze dopo) l’Agenzia delle Entrare prosegue per il suo cammino persecutorio nei confronti del contribuente innocente, va da sè che il problema non è la burocrazia, ma chi la usa.
    *
    La storia merita la lettura, ma non voglio prendermi troppo spazio. – Vedi: http://paoblog.net/2011/01/12/equitalia-e-non-solo/

  • Paoblog |

    Nei giorni scorsi mio padre è dovuto andare all’Agenzia delle Entrate a portare dei documenti per un piccolo rimborso fiscale.
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    Documenti in triplice copia, inclusi moduli che peraltro hanno già in mano da un precedente rimborso.
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    Arrriva là e (come già successo mesi fa), gli dicono che i moduli (in tre copie) da loro richiesti non servono, ma in compenso serviva un modulo che non avevano richiesto e che quindi è stato compilato là, bloccando di fatto l’attività dello sportello.
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    Ed infine gli hanno chiesto perchè avesse portato un certo modulo (chiesto da loro) perchè tanto queste informazioni sono già nel sistema…
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    Vedi te

  • Paoblog |

    mi raccontava un “suddito” in attesa in Camera di Commercio, a Milano, di una cosa successa in Comune. Avendo ricevuto la Tarsu, con un importo differente di 200 €, nonostante i due appartamenti di famiglia fossero identici, nello stesso stabile ed abitati entrambi da 2 persone, si è recato a chiedere un chiarimento.
    *
    E’ ovvio, gli hanno detto, visto che in un appartamento abitavano 3 persone.
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    No, siamo in 2, gli ha risposto, ma l’impiegato affermava che a loro ne risultavano 3. (Errare è umano, per cui non facciamo i difficili.)
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    Ma quando ti senti dire ad uno sportello del Comune che devi portare lo Stato di famiglia, ti scatta la rabbia. Sei in Comune, lo Stato di famiglia te lo rilascia il Comune, batti due tasti sul computer e verifica.
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    Ma non si può, ed ecco che questa persona è dovuta andare ad un altro sportello, farsi rilasciare lo Stato di famiglia e ritornare allo sportello precedente.
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    Nulla di nuovo sotto il sole, d’altro canto basta leggere la vicenda che segue (vedi link) per capire al meglio che cosa interessi veramente agli uffici pubblici: spremerti. Vedi: http://paoblog.net/2013/05/24/lavoro-54/

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