Perché l’iPad (non) salverà noi giornalisti (dal blog di Daniele Lepido)

Chi pensa che i tablet siano una "medicina" per l’editoria, un antibiotico contro i batteri della disaffezione alla lettura, forse si sbaglia. I tablet sono la diagnosi, non la cura per i vecchi media: sono la prova "vivente" che i contenitori digitali hanno saputo attirare l’attenzione delle persone più contenuti, ma anche che senza contenuti di valore nessuna bella scatola durerà lungo. Se ci si abbona alla pay tv per vedere la Seria A o un film in anteprima – e non per gingillarsi con il decoder – un iPad o un Galaxy si acquistano invece per avere tra le mani un oggetto dal quale vorremmo essere stup. Almeno all’inizio.

Ecco allora che i tablet ci dicono di cosa siamo "ammalati": di eccesso d’informazione, di molti e troppi contenuti senza prezzo e quindi con un valore percepito pari a zero. Il tempo dei saldi per l’editoria finisce proprio con i tablet, dai quali ti aspetti cura e precisione, dai quali pretendi la Seria A e il miglior cinema.�Pagare questa qualità diventa accettabile in un contesto così rassicurante ed è dimostrato che chi possiede una "tavoletta" è disposto a spendere e ad acquistare beni digitali molto più di un navigatore su internet.

Uno studio di McKinsey intitolato The emerging Digital Consumer�sui Paesi Europei (scaricalo qui in Pdf), mostra questo: su 100 consumatori digitali solo 4 comprano film su iTunes via web, mentre tra chi possiede un tablet gli acquirenti salgono al 14 per cento. E i contenuti sono gli stessi! Discorso simile per la sottoscrizione di un servizio video premium: solo il 9% dei navigatori sul web vuole iscriversi a una piattaforma video come Netflix, quota che cresce al 18% per i detentori di tablet. Differenza enorme anche per chi sceglie gli abbonamenti dei quotidiani online. Gli orfani della tavoletta che si abbonano al Wall Street Journal sono nell’ordine del 10%, contro il 21% dei possessori di iPad o di Galaxy. Queste percentuali, in mancanza di numeri assoluti, rendono ragione solo di un trend. Ma è un trend importante, che ci dice dell’esistenza di un pubblico pronto ad aprire il portafogli per fare in Rolles Royce lo stesso tragitto che potrebbe percorrere gratis in bicicletta.