<<L'Italia nell'euro ha i giorni contati>>. Parola di Nouriel Roubini che sostiene, sul suo blog su FT, come non ci siano prestatori di ultima istanza in grado di evitare il default del Paese.
Ieri e l'altro ieri Roubini si era scatenato su Twitter, contro l'ipotesi di Alfano a Palazzo Chigi (definendolo il "lacchè n. 1" di Berlusconi) e definendo "tacchini che non volano" gli strumenti di salvataggio degli Stati messi a punto dalla Ue, l'Efsf e lo Special purpose vehicle. L'Efsf per Roubin' è "un gigantesco CDO al quadrato che non funziona e che non ridurrà gli spread a livelli sostenibili".
<<Anche una ristrutturazione del debito, che provocherebbe perdite significative per i creditori nazionali ed esteri, non potrà far ripartire la crescita e la competitività>>, Dunque, <<se non si può svalutare, o crescere o anadre verso un deprezzamento reale, l'unica opzione che rimane è quella di uscire dall'euro e tornare alla lira e alle altre valute nazionali>>. Una "ricetta", dunque, adatta anche ad altri paesi dell'eurozona.
La speranza è che l'economista - considerato colui che ha previsto la grande crisi del 2008-2009 - si sbagli come quando, a giugno del 2010 predisse la parità tra euro e dollaro nel giro di un anno.