In Germania la produzione industriale a settembre è scivolata del 2,7% rispetto ad agosto, molto peggio del consensus che indicava un calo, sì, ma sotto il punto percentuale. Grazie al +3,2% di luglio e alla revisione da -1% a -0,4% del dato di agosto, il terzo trimestre segna comunque una crescita dell'1,7% rispetto allo stesso periodo del 2010.
Colpisce soprattutto il vero e proprio crollo della produzione automobilistica (-10,8%, il più forte da febbraio 2009).
Prove di recessione anche in Germania? Per il servizio studi di Unicredit non è così. Due ragioni tecniche hanno spinto così in basso la produzione industriale di settembre:
1) la revisione al rialzo del dato di agosto. Senza questa revisione, il calo sarebbe stato del 2,1%.
2) il settore auto ad agosto era cresciuto di oltre circa il 10,5% per soddisfare ordini arretrati. I costruttori quindi non hanno chiuso gli impianti (effetto che si è sentito anche sulla produzione e soprattutto sull'export italiani) aumentando il numero di giorni lavorativi. Ciò ha prodotto un effetto statistico inevitabile su settembre che "da solo vale l'1,3%".
Per l'Italia la conseguenza prevedibile dovrebbe essere è che il dato della produzione industriale di settembre (in uscita giovedì) risenta negativamente della frenata tedesca, allo stesso modo in cui ad agosto aveva beneficiato della relativa accelerazione.
Il terzo trimestre dovrebbe chiudersi con una crescita del pil dello 0,5% (trim su trim) mentre a fine anno – prevede Unicredit – rallenterà allo 0,2%, ma resterà comunque in territorio positivo.
Domani verrà pubblicato il dato sulle esportazioni, sono attese in calo a settembre dell’1,0% m/m, dopo il forte aumento di agosto. Le indagini di clima – riporta Mercati Flash di Intesa Sanpaolo – segnalano un rallentamento degli ordini dall’estero a fine estate, il trend si è accentuato in ottobre. Anche questa, indirettamente, non è una buona notizia per le nostre imprese.