Dopo la pace tra Giuliano Pisapia e Elio Catania, spunta l'ipotesi di cambiare lo statuto della società di trasporto pubblico milanese per salvare la faccia e l'azienda.
La voce che sta circolando in queste ore è che il sindaco possa presentarsi, come previsto, all'assemblea degli azionisti il 13 ottobre prossimo con i cinque nomi per il rinnovo del consiglio di amministrazione, da scegliere tra i 62 che la commissione dei saggi ha già selezionato (Elenco candidati ATM) tra le duecento candidature presentate da partiti, consiglieri, istituzioni, associazioni e cittadini. La novità, non confermata in Comune, è che Catania potrebbe restare a occuparsi della gestione operativa dell'azienda, ma modificando la governace che dovrebbe diventare duale. Il confronto tra Elio Catania e il Comune, dunque, non sarebbe più sulle compensazioni per il "licenziamento" del manager, ma per definire un altro tipo di soluzione che confermi l'idea del cambiamento e al tempo stesso assicuri all'azienda una gestione efficiente.
L'ipotesi è la seguente.
Si rinnova il cda, secondo le regole attuali. Ma al nuovo organo di amministrazione viene affidato il mandato di modificare lo statuto, trasformando in duale la governance di Atm. Questo significa che l'azienda non avrà più un solo organo amministrativo come oggi, ma avrà un consiglio di sorveglianza – di espressione 'politica' e con compiti di controllo - e un comitato di gestione che avrà il ruolo operativo. Secondo i rumors, Catania potrebbe diventare il presidente del comitato di gestione. Non è chiaro se nel frattemmpo Catania debba continuare a ricoprire il ruolo di direttore generale, anche se questa sembrerebbe la soluzione più logica.
I candidati rimasti in gara.
In attesa che la matassa venga sbrogliata, resta comunque di attualità la procedura per il rinnovo del cda. Nella lista dei 62 (Elenco candidati ATM) ci sono molti nomi improbabili, di cui comunque la commissione dei saggi ha verificato l'ammissibilità della candidatura. Ma ci sono anche alcuni manager d'esperienza ed esperti di sistemi trasporto.
Le donne sono nove in tutto, di cui quattro presentate da Professional Women's Association. Sono Giovanna Dossena (università di Bergamo), Anna Gervasoni (Aifi), Maria Carla Giorgetti (avvocato e docente università di Bergamo), Francesca Golfetto Bocconi, marketing), Silvia Margherita Maffii (docente Politecnico), Elisabetta Oliveri (a.d. di Sirti), Alessandra Perrazzelli (avvocato, capo ufficio internazionale Intesa San Paolo), Paola Annamaria Petrone e Annarita Polacchini (a.d. autolinee provincia di Como).
C'è un candidato della Lega (Giuseppe L. Frattini), due della lista Palmeri (Dario Cassinelli e Giuseppe Pinna) e una candidatura bi-partisan (Annarita Polacchini, sostenuta da Pd e Pdl). C'è un candidato di Assolombarda (Giuliano Asperti, ex presidente MM) e uno di Federmanager (Renato Garbarini). Presenti anche i candidati delle università milanesi e molti altri nomi sostenuti dalla società civile (collegio degli ingegneri ferroviari, ordini dei commercialisti, degli avvocati e degli ingegneri ma anche il Circolo di via De Amicis 17). Tra coloro che sono sostenuti dall'ordine degli avvocati c'è Vittorio Dotti, ex legale di Finivest ed ex compagno del famoso test Omega, Stefania Ariosto.
Stupisce, invece, l'assenza di candidati sostenuti dai cittadini. Tra le novità introdotte da Pisapia, infatti, c'era la possibilità di presentare candidati sostenuti da almeno 100 cittadini milanesi. In via Larga si raccoglievano le firme per due persone e a quanto risulta almeno uno (Domenico Zaccone, manager che ha lavorato per multinazionali del largo consumo) ha superato di gran lunga il numero di firme necessarie. Ma evidentemente non ha superato la selezione dei saggi. Peccato, perché in una lista in cui i partiti di maggioranza presentano quasi la metà dei candidati, avere la presenza di un nome scelto direttamente dai milanesi sarebbe stato un gradevole soffio del vento che cambia.
Per la lista completa scarica l'elenco dei candidati ATM.