Il piano “B” di Berlino e Parigi mette in gioco il ruolo italiano nella Ue

Al di là degli auguri ufficiali giunti a Mario Monti dagli altri leader europei, per il presidente del Consiglio e per l'Italia la strada per recuperare peso e credibilità in Europa è tutta in salita.
Il piano tedesco, con la complicità dei francesi, per una sorta di big bang (così Romano Prodi aveva definito l'allargamento a 27) ma al contrario, che riporti l'Unione quasi all'origine (i paesi fondatori, Italia esclusa, più qualcuno dei più virtuosi, tipo la Finlandia) si arricchisce di dettagli ogni giorno che passa. Oggi è stato il Daily Telegraph a parlare di un piano segreto che prevede la creazione di un fondo monetario europeo che acquisti i debiti degli Stati in crisi, di fatto commissariandoli. (per saperne di più leggi il blog Europa di Antonio Pollio Salimbeni).

Ma tra Berlino e Parigi sarebbe allo studio anche un'altra ipotesi, più radicale, che aggirerebbe la questione dell'unanimità per la modifica dei trattati europei, un nodo rimasto irrisolto nonostante l'allargamento. Lo strumento – hanno riferito autorevoli fonti comunitarie a Il Paese delle imprese – è quello di un trattato intergovernativo tra Germania, Francia, Benelux e pochissimi altri selezionatissimi e in grado di starci. É il "piano B" di cui si è parlato a Cannes, quando l'ex premier greco Papandreu aveva annunciato il referendum sulle misure di austerity e poi ritirato.

Queste indicazioni e soprattutto le preoccupazioni che ne derivano, sono state confermate nei giorni scorsi da fonti diplomatiche. Evidentemente a Berlino fa più paura il rischio di una deriva iper-inflazionistica che le svalutazioni competitive dei paesi che, usciti dalla moneta unica, dovrebbero adottare un "euro2" o tornare alle monete nazionali. 
Il 9 dicembre Van Rompuy presenterà al Consiglio Ue proposte di modifica dei trattati che non si limiteranno alla governance economica. Il governo Monti ha poco tempo per dire la sua a Bruxelles e, quel ch'è peggio, si porta dietro un'eredità che ha avuto nelle risatine tra Merkel e Sarkozy la rappresentazione plastica di quanto sia arrivata in basso la parabola del nostro peso politico in Europa. Monti ha una storia personale di europeista ben diversa dal suo predecessore, ma comunque è da lì che deve ripartire per riconquistare la fiducia degli altri paesi membri.

Uno dei rischi è che le proposte di Van Rompuy siano talmente deboli da fornire all'asse franco-tedesco il pretesto per una fuga in avanti dagli esiti disastrosi per l'Unione e piena di incognite per i singoli stati membri.

Per ora il professore ha solo assicurato all'Italia il diritto di sedere con dignità al tavolo su cui sono gettate in disordine le tessere del puzzle europeo. Un puzzle molto faticoso da (ri)comporre, anche per un governo di tecnici come quello che si è appena insediato.

  • giuseppe |

    @Alexander64. Ancora qualche dubbio sulle fonti?

  • italiano |

    Bravo io_Italiano sono d’accordo con te ma penso che l’Italia ha bisogno di una riforma costituzionale che permetta di avere uomini forti proprio come il nanetto che non solo possano prendere decisioni forti e drastiche quando ci vuole, senza le stancose procedure parlamentari che portano solo a delle decisioni-aborto, ma che possano portare a strappi nella politica estera italiana, sin troppo rispettosa dei pesi politici in campo internazionale. Per esempio, alla risatina di Sarko avremmo dovuto rispondere con un congelamento immediato di tutti gli investimenti francesoi in Italia (in contemporanea Edf prendeva il controllo di Edison) fino a che non ci avessero fatto le scuse ufficiali…per esempio.

  • io_italiano |

    Vorrei fare una proposta ai mie compatrioti: proviamo per un momento a comportarci come le squadre di calcio in crisi? Entriamo in “silenzio stampa”. A parole siamo 60.000.000 di CT della nazionale, ma nei fatti sono sterili discussioni da bar dello sport davanti ad un bicchiere di birra. Lasciamo lavorare in pace il nostro Presidente, senza dargli consigli o senza censurarlo prematuramente. E poi, tranquilli, nessuno ci caccia dall’Europa e non perché non lo vogliano il nanetto dell’Eliseo o la Signora “grandi firme” di Berlino, ma perché noi non lo permettiamo, perché noi non siamo S. Marino né la Bulgaria, perché se cacciano noi muoiono anche loro…..e lo sanno. Forza italiani è l’ora di tirare fuori gli attributi migliori (in tutti i sensi) e come siamo sopravvissuti per 3.000 anni, continueremo per altri 3.000 ed oltre. Good luck Mr. Monti!

  • paolo |

    La credibilita’ dell’Italia e’ molto importante per noi italiani ma anche per il bene dell’ Europa. Ma dare la colpa al precedente governo per questi pregiudizi europei nei nostri confronti e’ molto sbagliato.Il Governo di Prodi avrebbe ottenuto ben piu’ sonore risate da Merkel e Sarkozy con la compagine di estrema sinistra che lo caratterizzava.E’ evidente che stare in europa significa FORTE RIDUZIONE DELLA SPESA PUBBLICA ,ELIMINAZIONE DI SPRECHI DA PARTE DELLO STATO, PIU’ IMPRESA, PIU’ LAVORO AUTONOMO PER LA CRESCITA. La patrimoniale va a colpire gli italiani piu’ virtuosi che pagano sempre e mandano avanti questo paese, pertanto molto ingiusta, i privilegi stanno nei luoghi altamente sindacalizzati, la Germania ce lo ha fatto capire, l’Europa anche……
    Paolo

  • italiano |

    Cioe’ con Draghi e gli altri in posti chiave ci sbatterebbero fuori?!? E poi farebbero fuori la terza economia dell’Area Euro per fare entrare la Finlandia?!? e cancellerebbero l’Europa a 27 nella quale loro stessi ci hanno trascinato? SInceramente preferivo francesi e tedeschi quando si facevano la guerra tra di loro Merkozy e’ una vergogna per l’Europa e per i loro stessi paesi

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