Sono tempi duri per la Bundesbank. Dopo aver dovuto accettare il Quantitative easing della Bce, sia pure con una serie di paletti e condizioni, nei giorni scorsi la banca centrale tedesca ha subito una brutta “sberla” anche da parte della Corte di giustizia europea. “Ben meritata” dicono a Bruxelles.
Non è stata una sconfitta diretta, nel senso che la ricorrente non era la Buba. Ma la decisione della Corte, che ha respinto l’impugnazione presentata da Europäisch-Iranische Handelsbank (EIH) con sede ad Amburgo, conferma in toto il giudizio del Tribunale di primo grado in cui è scritto esplicitamente che le autorizzazioni rilasciate dalla Bundesbank alla banca euro-iraniana ad operare con alcuni soggetti colpiti dall’embargo contro l’Iran, deciso dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, non rispettavano le disposizioni del regolamento sull’embargo che imponeva una valutazione caso per caso delle operazioni da autorizzare. La banca in questione, EIH, nel ricorso alla Corte ha cercato di far valere le autorizzazioni “generalizzate” rilasciate dalla Buba che già il Tribunale aveva bocciato. Ma anche la Corte (sentenza C-585/13 P) ha confermato la bocciatura: le banche e le aziende tedesche vanno trattate come le altre. Perderanno occasioni di business, ma non possono aggirare l’embargo con qualche escamotage.