Il passaggio del contratto di governo Lega-M5S relativo al reddito di cittadinanza e alle coperture (minuscole) del Fondo sociale europeo e che qui riportiamo integralmente, risulta incompleto:
«Andrà avviato un dialogo nelle sedi comunitarie al fine di applicare il provvedimento A8-0292/2017 approvato dal Parlamento europeo lo scorso 6 ottobre 2017, che garantirebbe l’utilizzo del 20% della dotazione complessiva del Fondo Sociale Europeo per istituire un reddito di cittadinanza anche in Italia (unico paese europeo oltre la Grecia a non prevedere tale misura) anche invitando la Commissione europea a monitorare specificamente l’utilizzo del FSE per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, nonché a valutare esaminare, nella prossima revisione del regolamento recante disposizioni comuni sui Fondi strutturali (regolamento (UE) n. 1303/2013)».
La lunga frase, ripresa in parte dalla risoluzione dell’Europarlamento citata, risulta incompleta: dopo una evidente ripetizione, si perde e non chiude il concetto. Ecco l’intero passaggio al punto 3 della risoluzione: «Il Parlamento europeo… sottolinea l’importanza di finanziamenti pubblici adeguati a favore dei regimi di reddito minimo; invita la Commissione a monitorare specificamente l’utilizzo del 20 % della dotazione complessiva dell’FSE destinato alla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale, nonché a esaminare, nella prossima revisione del regolamento recante disposizioni comuni sui Fondi strutturali (regolamento (UE) n. 1303/2013) e, in particolare, nel quadro del Fondo sociale europeo e del programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI), le possibilità di finanziamento per aiutare ciascuno Stato membro a istituire un regime di reddito minimo, ove inesistente, o a migliorare il funzionamento e l’efficacia dei sistemi esistenti;»
Nella fretta, un copia-incolla venuto male. Ma si sa, le bozze servono a correggere gli errori.