Europarlamento: parcheggio per politici in disgrazia o laboratorio di convivenza interculturale?

Tra poco più di due mesi saremo chiamati a votare per le elezioni europee. Grazie ad una mezza forzatura del trattato di Lisbona, il presidente della prossima Commissione sarà scelto direttamente dagli elettori. In pratica, ogni partito europeo ha scelto il suo candidato alla guida dell'esecutivo comunitario e il Consiglio, nel nominarlo, "dovrà tenere conto del risultato delle elezioni".

Gino Chiellino, esperto di modelli interculturali di cui ho già ospitato su questo blog una riflessione molto commentata sulle modalità di voto degli italiani all'estero, fa una proposta a ciascun partito italiano: candidare alle europee un uomo e una donna scelti tra i tanti 30-40enni "nati e formati in uno degli Stati membri della Ue per formare un gruppo d’italiani-europei" e dare un contributo decisivo per trasformare le istituzioni europee da un luogo di "parcheggio" per politici nazionali (spesso in disgrazia) in un "laboratorio di convinvenza interculturale". 

Ecco cosa ha scritto Gino Chiellino, del quale trovate una breve bio in fondo a questo post. 

 

Il Parlamento europeo parcheggio o laboratorio di convivenza interculturale

 

Fino a pochi anni fa in Germania si diceva: “Hast einen Opa, schick ihn nach Europa”, in altre parole “Hai un nonno, spediscilo in Europa.” Anche se il detto è passato di moda, ciò non vuol dire che il parlamento europeo e le sue istituzioni non siano ancora visti come un’opportunità per risolvere conflitti interni ai partiti nazionali. Angela Merkel per esempio ha spedito in Europa ben due ex governatori: quello della Baviera e quello del Baden-Wüttermberg, ovviamente a occupare posizioni non da poco. Stranamente è finito in Europa anche Daniel Cohn-Bendit, che aveva lasciato la Germania ai tempi d’oro dei Verdi tedeschi per dare una mano al giovane partito dei Verdi francesi. In questi giorni sui giornali italiani si specula tanto sui riciclabili anche ad altissimi livelli. Nel corso degli ultimi anni però al parlamento europeo si è formata una figura di parlamentare che non è più riconducibile a quella di semplici rappresentanti di singoli stati membri. Sono già in tanti quei parlamentari che vivono il loro mandato non come semplice tutela degli interessi del paese da cui provengono ma come contributo a un programma collettivo: quello di un futuro comune e dunque interculturale dell’UE. O per lo meno è quello che intuisco dal come si presentano i candidati tedeschi per le prossime elezioni. L’Italia ha una risorsa sua particolare, anche se in comune con altri stati mediterranei. L’Italia può attingere alle competenze professionali di una generazione di cittadini italiani, tra i 30 e 40 anni, nati e formatisi in stati membri dell’UE. Basterebbe che ogni partito inviasse una e un parlamentare per formare un gruppo d’italiani-europei in grado di contribuire in modo decisivo al progetto in corso, quello della convivenza interculturale in Europa. Le loro competenze professionali e esperienze di vita interculturale, sorrette dalle loro competenze linguistiche, farebbero da collettore tra loro e con i loro colleghi europei. Come derivato d’una tale operazione preelettorale gli italiani, che vivono fuori dall’Italia ma in Europa, avrebbero nel parlamento europeo i loro rappresentati organici e si potrebbe così superare almeno per la circoscrizione europea quell’inutilità e dispendio di energie che deriva dal voto degli italiani all’estero, così come è in funzione oggi.

 

Chi è Gino Chiellino 

Nato in Calabria, va in Germania dal 1969 per una tesi sperimentale in sociologia sugli operai italiani in una fabbrica tedesca, accolta con 110 e lode da Franco Ferrarotti. Rientrato subito in Germania come insegnante elementare in una pluriclasse di bambini italiani a Mannheim. Nel 2011 ha lasciato l’Università di Augsburg da docente di letterature comparate. Dal 1980 fa ricerca su autori che scrivono in una lingua diversa da quella materna come J. Conrad, V. Nabokov, A. Memmi, J. Semprún, T. Kallifatides, Milan Kundera, F. Jaeggy, F. Biondi, T. Ben Jelloun, perché nelle loro opere sviluppano e anticipano modelli di convivenza interculturale. Tra monografie, saggistica, volumi collettanei, antologie ha pubblicato circa trenta opere e spesso presso le case editrici tedesche più importanti. Da poeta di lingua tedesca è cofondatore della letteratura interculturale in Germania. Ha pubblicato 5 volumi di poesie.