Un paio di mesi fa ho avuto l'opportunità di fare una lunga conversazione con Guan Jianzhong, il presidente dell'agenzia di rating cinese Dagong che da qualche anno sta cercando di rompere l'oliogopolio di S&P, Moody's e Fitch.
Alla luce del dibattito che si è riacceso nel fine settimana dopo il declassamento in blocco di un nutrito plotone di paesi dell'Eurozona, mi sembra utile riproporre ai lettori di questo blog il punto di vista di Guan Jianzhong che critica presantemente l'attuale sistema di rating perché «è costruito per tutelare gli interessi dei principali Paesi debitori del mondo». Una «questione etica nei confronti dell'umanità» perché le «informazioni che le agenzie di rating pubblicano non sono imparziali e si prestano a forzature ideologiche e politiche del merito di credito».
Ecco l'intervista pubblicata del 12 novembre scorso in cui Jianzhong annuncia anche l'intenzione dell'agenzia di rating cinese di aprire la propria sede europea a Milano.
Dalla cronaca, poi, ecco un altro spunto per approfondire lo scontro tra Cina e Occidente sulla questione dei rating.