"E' probabile che sia necessario modificare il trattato europeo. In questo caso sono possibili due strade": la prima, più semplice e rapida ma meno incisiva, attraverso la revisione del protocollo 12 del Trattato; la seconda attraverso la via ordinaria prevista dall'articolo 48.
E' quanto prevede la proposta del presidente dell'Unione europea, Hermann Van Rompuy, predisposta in vista del Consiglio europeo di venerdì 9 dicembre e inviata questo pomeriggio a tutti i governi dell'Unione. La revisione del protocollo 12 potrebbe essere realizzata entro marzo 2012, richiede l'unanimità ma non la ratifica dei singoli Stati. L'altra via consentirebbe un rafforzamento dell'Eurogruppo anche in termini di disciplina di bilancio, ma è più lunga e richiede la ratifica degli Stati membri.
La proposta illustra le varie ipotesi per rafforzare la governance economica dell'Eurozona e solo come possibilità integrativa considera, al paragrafo 15, l'alternativa di realizzare una cooperazione rafforzata tra i membri dell'area euro, concentrandosi su materie come il lavoro, il fisco e l'integrazione finanziaria, senza implicazioni per il mercato interno, sul modello di Schenghen.
Gli Eurobond. Solo "in una prospettiva di lungo periodo" il documento indica l'eventualità di "mettere in comune il debito" degli Stati membri. Non li cita, ma parla evidentemente degli Eurobond, così detestati dai tedeschi. Non a caso il documento di Van Rompuy avverte subito che qualsiasi decisione in questo senso deve essere vincolata ad un rafforzamento significativo "della disciplina di bilancio e della compliance in modo da eliminare l'azzardo morale da parte degli stati membri". Un passaggio, quest'ultimo, che dimostra quale sia il peso dei tedeschi anche nella proposta comunitaria.
La cooperazione rafforzata tra i 17 sulle materie indicate da Van Rompuy, presenta una complicazione non da poco: il rapporto con il Regno Unito che è fuori dall'eurozona.
Il rischio dell'egemonia tedesca.
Il documento di Van Rompuy, ad una prima lettura, sembra un difficile tentativo di equilibrismo per salvare l'euro senza cedere alle pressioni della coppia Merkel-Sarkozy che – visti i rapporti di forza in campo – darebbero alla Germania un'indiscutibile egemonia nella "nuova eurozona", ancora più forte di quella attuale. L'insistenza di Van Rompuy sulla revisione del protocollo 12 sembra voler indicare un obiettivo minimo a portata di mano in tempi brevi. Ma il rischio è che Berlino e Parigi vogliano approfittare di un'asticella considerata troppo bassa per alzare la posta e puntare ad un accordo intergovernativo ristretto che tagli fuori Commissione e Corte di Giustizia. Significa non avere più un organo comunitario sovranazionale e un contrappeso giuridico che garantisce l'applicazione delle regole comuni.
La revisione del protocollo 12
Permetterebbe di rafforzare le procedure di deficit eccessivo, prevedendo per i membri dell'Eurozona "una convergenza risoluta dei bilanci nazionali verso l'equilibrio". Verrebbe introdotto il calendario già previsto dalla Commissione e la trasposizione della 'golden rule' sul pareggio di bilancio sarebbe obbligatoria. Sarebbe introdotto, secondo le ipotesi formulate nel documento da stasera all'esame dei Governi, un meccanismo automatico di correzione dei conti con riduzioni di spesa o aumento di tasse, simile a quello previsto nella manovra del Governo Monti per l'aumento dell'Iva nella seconda metà del 2012. Sul debito ogni paese dovrebbe presentare una relazione ex-ante, una 'fotografia' della situazione di partenza, in modo da costruire una sorta di registro centralizzato. Nessun accenno - in questo caso - agli Eurobond.