Mentre a Barcellona è in pieno svolgimento la XVI edizione di Itma (la più importante fiera mondiale delle macchine tessili di cui gli italiani sono, insieme ai tedeschi, tra i primi produttori al mondo) in Italia si pensa conpreoccupazione al prossimo appuntamento. Itma è una sorta di "olimpiade" del settore: si svolge ogni 4 anni, sempre in un paese diverso. Nel 2015 toccherà all'Italia ospitare, a Milano, un evento che a Barcellona ha richiamato 1350 espositori da tutto il mondo (320 gli italiani) e solo nei primi 4 giorni più di 60mila visitatori.
Nel 2015 a Milano si svolgeranno in contemporanea anche l'Expo e l'Emo (la fiera delle macchine utensili, le "macchine che servono a produrre altre macchine", altro settore di eccellenza del sistema industriale italiano). Il timore è che le ambasciate e i consolati italiani nei paesi di provenienza dei potenziali visitatori siano del tutto impreparati a gestire un flusso enorme di richieste di visti, concentrato in un periodo molto circoscritto. Inoltre, molti di questi paesi sono diplomaticamente "difficili": Pakistan, Bangladesh, Siria, India, Iran, solo per citarne alcuni. <<Se nei nostri uffici diplomatici c'è un solo funzionario che si occupa dei visti, magari neanche a tempo pieno, l'ingolfamento sarà inevitabile anche perché il visto ha una validità di soli 30 giorni e quindi può essere chiesto solo poche settimane prima della partenza>>.
Il ministero degli Esteri e il Governo sono avvertiti in tempo. Possiamo imparare dagli errori degli altri (gli spagnoli hanno dovuto affrontare lo stesso problema) ed evitare una figuraccia con i potenziali clienti di centinaia di piccole, medie e grandi imprese del settore, ambasciatrici – senza retorica – del made in Italy. Di tutto hanno bisogno tranne che di mostrare al mondo che operano in un Paese incapace di fare sistema.
E la beffa peggiore sarebbe costringere i visitatori ad arrivare in Italia transitando da un altro paese dell'area Schengen. Per esempio la Germania, le cui rappresentanze consolari pare siano efficentissime nel rilasciare i visti. E' la prova che quando si fa il confronto con i tedeschi, non pesa solo la competitività delle imprese ma anche la capacità del sistema di sostenere le proprie eccellenze.