Troppe aspettative sui project bond?

Tra i 40 e i 45 miliardi di risorse private possono essere mobilitate dai project bond verso le grandi opere. E' la previsione (forse troppo ottimistica) del ministro dello sviluppo economico Corrado Passera nel presentare i contenuti del decreto Sviluppo approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Sui project bond (italiani e soprattutto europei) ci sono molte aspettative. Forse troppe. Ecco un articolo apparso sul Sole di venerdì in cui Ciaccia annuncia le decisioni del decreto Sviluppo in materia di project bond, e le considerazioni della Bei, emerse giovedì in un convegno organizzato dalla Bocconi e da Centrobanca.  

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Aliquota al 12,5% come per i titoli di Stato, deducibilità degli interessi passivi per le società-progetto come per le quotate, imposta di registro in misura fissa. Sono le tre misure previste dal Governo nel decreto Sviluppo per favorire la nascita e lo sviluppo dei project bond, le obbligazioni di progetto con cui il Governo Monti e soprattutto la Commissione europea sperano di attrarre risorse private da investire nelle grandi infrastrutture. L’annuncio, con un pizzico di prudenza dopo le ultime vicende del decreto Sviluppo, è giunto ieri dal viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Mario Ciaccia, in un affollato convegno organizzato a Milano dall’università Bocconi e da Centrobanca per presentare al mercato uno nuovo strumento finanziario ancora in incubazione ma verso il quale è fortissimo l’interesse di banche, imprese e amminsitrazioni pubbliche. L’obiettivo è quello di mobilitare investimenti privati per quelle opere che nei decenni passati venivano realizzate con risorse pubbliche. Ma probabilmente le banche sperano anche di poter utilizzare i project bond per ridurre l’esposizione sul project financing. «Centrobanca è già oggi molto attiva sul project financing – ha spiegato l’amministratore delegato Massimo Capuano – . Poter spostare queste competenze sui project bond è importante innanzitutto perché permette di ridurre la nostra esposizione sul settore, rifinanziando i crediti già in essere: ciò consente alle banche di liberare risorse per concedere credito a nuovi progetti». Diverso è il punto di vista della Banca europea degli investimenti (Bei) che con la Commissione Ue sta lavorando alla "Project bond initiative". Come ha spiegato il vicepresidente, Dario Scannapieco, questo nuovo strumento dovrebbe fungere da volano per mobilitare le risorse necessarie a realizzare nuove opere. Non solo le reti digitali, di energia e di trasporto europee previste dalla strategia Europa 2020, ma anche infrastrutture nazionali. Solo per le reti europee il fabbisogno tra il 2014 e il 2020 sfiora i mille miliardi di euro. «I project bond – ha messo in guardia Scannapieco – sono solo una modalità di finanziamento. Servono prima di tutto progetti di qualità, strutturati in modo da attrarre investitori istituzionali e regole certe». Il settore che più si presta, in Italia, è quello energetico, grazie anche al lavoro dell’Authority dell’energia. L’auspicio di Scannapieco, è che un processo analogo possa avvenire per i trasporti. L’iniziativa italiana affianca quella europea. Come ha spiegato Ciaccia, infatti, il "project bond italiano" può integrarsi con l’obbligazione promossa dalla Bei. In pratica, se la Ue si accolla il 20% del rischio di un progetto, «è possibile coprire il restante 80% del finanziamento con capitali privati dei singoli Stati membri e dunque nulla sembra vietare che in parte ciò avvenga con bond nazionali emessi sulla base delle norme interne» che il Governo si appresta ad approvare. Ciaccia ha detto anche che nell’ultimo Consiglio Ue dei Trasporti è stata avanzata l’ipotesi di aumentare, dopo il periodo iniziale, l’impegno della Commissione Ue da 230 a 2 miliardi. Perplessità in platea, invece, hanno sollevato sia le stime dell’effetto leva che l’impegno della Commissione può generare (20 volte secondo Ciaccia), sia le proiezioni dei flussi di cassa che si potrebbero ottenere con il modello italiano sin dall’avvio del progetto. Insomma, si fa presto a dire project bond.