Dal credito d’imposta al piano per il Sud, promesse di carta per la crescita

Il Governo torna a parlare di crescita e si risentono i vecchi argomenti: credito d'imposta con i fondi europei ed effettivo utilizzo delle risorse comunitarie che quest'anno, tra fondo sociale, fondo per lo sviluppo regionale e fondo per lo sviluppo rurale, ammontano a quasi 10 miliardi.

Tutti temi che già erano presenti nel dimenticato 'decreto sviluppo' di cui tanto si era parlato a privamera scorsa.

La realtà è che già a giugno scorso Bruxelles aveva informalmente bocciato il ricorso ai fondi strutturali per finanziare il credito d'imposta, sia per l'occupazione che per la ricerca.

Nel primo caso, dicono negli uffici della Commissione, dopo l’orientamento negativo del servizio giuridico, il ministro Sacconi ha fatto una richiesta molto articolata alla DG Occupazione. Ci sono stati incontri fra i funzionari del Ministero del Lavoro e quelli della DG. Ma finora non c'è stato nessuno risultato concreto. 

 Per il credito d'imposta sulla ricerca, invece, la DG Politica Regionale ha chiesto un documento dettagliato sul suo funzionamento al Ministero dello Sviluppo Economico. Il documento non è mai arrivato a Bruxelles. Il Governo c'ha rinunciato? A luglio aveva fatto sapere a Bruxelles che il ministro per i Rapporti con le Regioni, Fitto, stava pensando a uno strumento completamente nuovo (e non al finanziamento della legge del 2006).

Da allora però ai funzionari della Commissione europea non è più arrivata alcuna informazione. 

L’impressione è che a Roma abbiano la testa altrove. Non solo a come fare per non perdere risorse comunitarie a fine anno, ma anche a come fare perché Governo e maggioranza alla fine dell'anno possano arrivarci.

Nel famoso decreto sviluppo della primavera scorsa c’era anche il piano per il Sud, su cui il commissario Hahn aveva espresso fortissime perplessità in una lettera allo stesso Fitto. 

Qualcuno ne ha più sentito parlare?